Associazione DPM

A.S.V.I. odv
Via Casarsa, 9
20161 Milano
Tel. 0039 338963614
e-mail asviitalia@gmail.com
06.23 ASSOCIAZIONE DPM
ProgettatoAttivatoStatoResponsabile
Novembre 2021Novembre 2021In corsoDanilo Fugazza
DurataFinalitàFinanziamento
Rinnovato di anno in anno, previa verifica di obiettivi e risultati.Sostegno alle attività dell’Asssociazione DPM condividendone finalità e obiettiviIl progetto è finanziato con contribuzioni di privati e enti privati e pubblici.

Antefatto. Nell’ottobre 2020 Arten Bajrushi, responsabile dell’organizzazione Iniciativa Fisniku, ci ha segnalato l’associazione DPM (Duart Plote Meshire) con cui era venuto in contatto e a cui aveva donato un furgone di mele, coltivate dal padre. Le ricerche e le verifiche sull’operato e sull’attività di questa associazione hanno dato risposte positive. L’associazione necessita di sostegno per i propri progetti che riguardano aiuto alle famiglie, scolastico e sanitario. DPM ha un organico di 16 persone a cui si aggiungono alcuni volontari per specifiche necessità. Facciamo anche noi alcune verifiche tramite amici e conoscenti che abitano nella zona di Peja ottenendo buoni riscontri e la conferma che l’associazione è ben radicata e conosciuta nel territorio. A causa della pandemia per un intero anno collaboriamo con l’associazione solo tramite mail e telefonate avendo, subito dopo i primi contatti, la certezza che si tratta di un’associazione con cui sarà possibile condividere e sostenere alcuni progetti che hanno in corso. Nel novembre 2021 incontriamo “in presenza” le responsabili verificando in prima persona obiettivi, attività, e modalità di intervento messe in atto senza nessuna distinzione politica, religiosa o etnica, pur mantenendo il carattere religioso dell’associazione. DPM è stata infatti fondata da suor Maria Martha Fink, una suora austriaca che dopo alcune esperienze nel campo del volontariato in Bosnia si era recata in Kosovo subito dopo la fine della guerra del 1999. DPM riceve la parte più importante dei finanziamenti necessari alle attività dall’estero, circa il 70%, e principalmente proprio dall’Austria mentre il restante 30% viene da donatori kosovari.

Il comune di Peja interviene con la fornitura di gasolio per il riscaldamento e per i due furgoni dell’associazione mentre altri fondi vengono elargiti dal governo del Kosovo, seppure saltuariamente. All’inizio delle sue attività, nel 2001, DPM si è occupata di assistenza sanitaria per tutte quelle persone che non avevano possibilità o i mezzi economici per acquistare le medicine loro necessarie, di recarsi in ospedale o da un medico. Durante le visite alle famiglie, soprattutto nelle zone rurali, si sono accorti che i bambini avevano problemi di apprendimento, così nel 2004 hanno iniziato il progetto Psicosociale.Attualmente seguono circa 6oo persone sia con cure prestate negli ambulatori della loro struttura che direttamente presso le famiglie.

Nell’organico di DPM non vi è nessun medico ma vi sono diversi infermieri, tra cui anche la Manager, che intervengono solo dietro presentazione di ricette o prescrizioni rilasciate da medici specialisti. Attraverso il progetto psicosociale assistono attualmente 47 bambini di cui oltre il 40% appartiene a minoranze etniche (Rom, Ashkali o Egiziana). I bambini sono divisi in due gruppi (uno al mattino e uno al pomeriggio a seconda del turno della scuola statale) e frequentano la sede di DPM per tre giorni alla settimana: lunedì, mercoledì e venerdì. Vengono organizzate varie attività di laboratorio di pittura, di assistenza ai compiti, promuovono la socializzazione e una corretta igiene, senza trascurare l’aspetto ludico. In base alle necessità di ogni bambino, vengono tenute attività in piccoli gruppi (non più di 4 bambini per ogni classe) o a livello individuale. Viene loro offerto un pasto completo; grazie ai due furgoni di proprietà, i bambini vengono accompagnati da casa o da scuola presso la sede di DPM e poi riaccompagnati a scuola o a casa. Il primo aiuto dato da Asvi a DPM, nel novembre 2020, è stata la fornitura di materiale scolastico.

Il terzo progetto, denominato Aiuti Umanitari, prevede il sostegno di poco più di 200 famiglie, in prevalenza anche in questo caso di etnia Rom, Ashkali, Egiziana e Bosniaca. Il numero di famiglie è stato purtroppo ridotto (erano 300) per l’impossibilità di seguirle e sostenerle tutte. Il progetto prevede la consegna di pacchi aiuti, molto simili a quelli preparati e distribuiti da ASVI, 4 volte all’anno ad un numero di 50 famiglie per volta, partendo dalle famiglie che vivono in condizioni più disagiate. Oltre alla consegna di pacchi aiuti, distribuiscono anche vestiti, scarpe, lenzuola, biancheria e casalinghi e quant’altro riescono ad avere come donazione.

Obiettivi del programma.

Attraverso le sue azioni l’associazione DPM intende migliorare le condizioni di vita della popolazione locale, in particolare quella rurale garantendo servizi, a cui ha difficoltà ad accedere, in ambito:

  • umanitario attraverso la consegna di beni di prima necessità
  • sanitario fornendo visite mediche, prescrizione e donazione di farmaci e presidi medici
  • sociale accogliendo ragazzi con difficoltà per fornire loro strumenti culturali e di crescita anche in vista di un possibile inserimento nel mondo del lavoro

Modalità di intervento.

Dopo un anno di collaborazione a distanza e dopo aver personalmente verificato le attività dell’associazione, Asvi decide di inserire DPM nel Progetto Sostegno Famiglie e di supportarla con:

  • la consegna di materiale scolastico
  • la consegna di generi alimentari da distribuire alle famiglie
  • la consegna di materiale vario a seconda delle nostre disponibilità
  • il soddisfacimento di richieste mirate a seconda delle nostre disponibilità

Aggiornamento dicembre 2021. Nel corso della missione di novembre 2021 facciamo finalmente visita all’associazione. Veniamo accolti dalla direttrice e referente Najqe Kelmen che, insieme alla sua assistente Ariana, ci fa accomodare in una sala riunioni. Ariana fa da interprete, in inglese, tra la direttrice e noi. Entrando nel centro abbiamo subito una buonissima impressione: il luogo è accogliente, pulito e molto curato. La direttrice si illustra dettagliatamente la nascita e la storia dell’associazione, così come è descritta nelle informazioni, nonché il modo di operare per la realizzazione dei progetti, modalità che condividiamo e molto simili al nostro modo di agire. Le persone e le famiglie che aiutano sono veramente molte per questo sono anche sempre alla ricerca di donatori. Una volta all’anno arriva un camion dall’Austria, precisamente da Innsbruck, carico di prodotti alimentari e per l’igiene. Qui suor Maria promuove e organizza raccolte alimentari e di altri materiali. Arrivano infatti anche materiali per disabili e medicine, nonostante con queste ultime abbiano problemi di importazione. Un problema è quello del personale che è sottodimensionato. Infatti 16 persone sono assunte, altre vi lavorano come volontari, ma sono comunque sempre troppo poche. Collaborano con la facoltà di psicologia e pedagogia organizzando stage per gli studenti che quindi possono fare attività di volontariato. Suppliscono alla mancanza di un medico tra il personale, con i medici volontari provenienti dalla facoltà di Medicina.

Comunque lo stipendio dei dipendenti fissi non è mai garantito. Del loro budget annuale di circa 160.000,00 € il 30-35% è dedicato agli stipendi. I sedici dipendenti svolgono le seguenti mansioni: 1 manager e infermiera, 1 segretaria amministrativa, 1 amministrativo part-time, 3 infermiere, 3 maestre, 2 maestre di sostegno, 1 cuoco, 1 addetto alle pulizie, 1 giardiniere, 1 responsabile aiuti. Naturalmente tutti svolgono mansioni anche al di fuori dei loro compiti come ad esempio le maestre che si occupano anche dei trasporti. La referente ci dice che tutti gli operatori si aiutano, collaborano con lo stesso spirito ma, lavorando a tempo pieno, ovviamente hanno bisogno dello stipendio.

Dal Ministero del Lavoro ricevono 12.000,00 € all’anno e prima del Covid ricevevano qualcosa anche dal Ministero della salute. Bambini e famiglie che seguono appartengono quasi tutti a minoranze etniche e il 65% di loro sono zingari. Molti degli studenti seguiti dal centro si iscrivono alle superiori e in alcuni casi DPM, che continua a seguirli, paga i mezzi di trasporto per raggiungere la scuola. Ci invitano poi a visitare la struttura e ci informano che oggi, anche se non è il giorno previsto, sono presenti i bambini. Hanno chiesto loro di effettuare un cambio di giorno affinché noi li potessimo vedere. Infatti, essendo l’ora di pranzo li troviamo in mensa. Sono molto composti ed educati, rispettosi delle regole. La cucina è a vista nella sala mensa.

Poi, sempre in ordine ma senza forzature, usciamo in giardino per una foto di gruppo. Najqe e Ariana ci mostrano tutta la struttura e i vari locali destinati allo studio, al gioco, agli incontri con i genitori, alle riunioni, alle pratiche mediche e infermieristiche e alla pulizia personale. Infatti spesso arrivano persone che hanno bisogno di cure mediche, ma prima di tutto di lavarsi per cui in un locale apposito troviamo la doccia e una vasca con sollevatore per chi è infermo. Le visite mediche sono tutte registrate e i medicinali accuratamente disposti nei loro armadietti chiusi a chiave e dispensate solo dietro ricetta medica. Le aule non sono molto grandi perché destinate allo studio in piccoli gruppi e, ove necessario, allo studio individuale.

Con i bambini fanno anche momenti di meditazione leggendo alternativamente passi della Bibbia e passi del Corano, nel rispetto del credo delle famiglie. In questo lungo periodo di Covid il centro non ha mai chiuso, ma sono state prese tutte le misure precauzionali che sono ben visibili sia nella segnaletica, sia nei comportamenti di grandi e piccoli, sia nella pulizia di ogni spazio, bagni compresi. Ovunque sono presenti lavori dei bambini. In sostanza abbiamo avuto un’ottima impressione. Ci ringraziano tantissimo per l’aiuto in materiale scolastico e cibo che abbiamo donato nell’ultimo anno e ci chiedono espressamente di poter continuare questa collaborazione. Concordiamo quindi che nei prossimi giorni saranno consegnati i prodotti destinati a 50 famiglie in occasione del Natale.

Ci chiedono inoltre se concordiamo e se abbiamo la possibilità di fare un piccolo dono a ognuno dei 47 bambini che frequentano il centro in modo che anche loro, abituati a vivere in un ambiente fatto di privazioni, percepiscano il fatto che qualcuno pensa e si ricorda di loro. Accogliamo la richiesta e decidiamo di regalare ad ogni bambino un sacchetto di dolcetti vari del costo di 1,99 € insieme ad un libro del costo di circa 3,00 €. Provvederanno loro all’acquisto e alla distribuzione.

Dopo questo lungo incontro durato oltre 3 ore, scarichiamo dal nostro furgone i materiali che abbiamo portato: dispositivi per le stomie, materiale da medicazione, maglioni per bambini e materiale scolastico acquistato sul posto. Sono molto contenti di quanto ricevuto e apprezzano molto. Ci sembra che dall’incontro sia emersa una forte condivisione sia per quello che fanno e per come lo fanno, cosa che ci ha convinto ad inserire DPM nel nostro Progetto Sostegno Famiglie.

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